Volume 4

Edizione Giuntina
    Antonio Peruzzi, nobile cittadino fiorentino, se n'andò, per vivere
    più quietamente, ad abitare a Volterra; là dove avendo qualche tem-
    po dimorato, l'anno 1482 prese moglie in quella città, et in pochi
    anni ebbe due figliuoli, uno maschio chiamato Baldassarre et una
5   femmina che ebbe nome Virginia. Ora avvenne, correndo dietro la
    guerra a costui, che null'altro cercava che pace e quiete, che Volterra
    indi a non molto fu saccheggiata; per che fu sforzato Antonio fug-
    girsi a Siena, e lì, avendo perduto quasi tutto quello che aveva, a
    starsi assai poveramente. Intanto essendo Baldassarre cresciuto, pra-
10   ticava sempre con persone ingegnose, e particolarmente con orafi e
    disegnatori; per che, cominciatogli a piacere quell'arti, si diede del
    tutto al disegno. E non molto dopo morto il padre, si diede alla pit-
    tura con tanto studio, che in brevissimo tempo fece in essa maravi-
    glioso acquisto, imitando, oltre l'opere de' maestri migliori, le cose
15   vive e naturali; e così facendo qualche cosa, poté con quell'arte aiu-
    tare se stesso, la madre e la sorella, e seguitare gli studî della pittura.
    Furono le sue prime opere (oltre alcune cose in Siena non degne di
    memoria) una capelletta in Volterra appresso alla Porta Fiorentina,
    nella quale condusse alcune figure con tanta grazia, che elle furono
20   cagione che fatto amicizia con un pittore volterrano chiamato Piero,
    il quale stava il più del tempo in Roma, egli se n'andasse là con esso
    lui che lavorava per Alessandro Sesto alcune cose in palazzo. Ma
    essendo morto Alessandro e non lavorando più maestro Piero in quel
    luogo, si mise Baldassarre in bottega del padre di Maturino, pittore
25   non molto eccellente, che in quel tempo di lavori ordinarii aveva
    sempre molte cose da fare. Colui dunque, messo innanzi a Baldas-
    sarre un quadro ingessato, gli disse, senza dargli altro cartone o di-
    segno, che vi facesse dentro una Nostra Donna. Baldassarre, preso
    un carbone, in un tratto ebbe con molta pratica disegnato quello che
30   voleva dipignere nel quadro; et appresso, dato di mano ai colori,
    fece in pochi giorni un quadro tanto bello e ben finito, che fece stu-
    pire non solo il maestro della bottega, ma molti pittori che lo videro;
    i quali, conosciuta la virtù sua, furono cagione che gli fu dato a fare
    nella chiesa di Santo Onofrio la capella dell'altar maggiore, la quale
35   egli condusse a fresco con molto bella maniera e con molta grazia.
    Dopo, nella chiesa di Santo Rocco a Ripa, fece due altre capellette
    in fresco. Per che cominciato a essere in buon credito, fu condotto a
    Ostia, dove nel maschio della rocca dipinse di chiaro scuro in alcune
    stanze storie bellissime, e particolarmente una battaglia da mano, in
40   quella maniera che usavano di combattere anticamente i Romani;
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