Volume 4

Edizione Giuntina
    Dopo essendogli allogata da Agostino Ghigi, per ordine di Raf-
    faello da Urbino, la sua sepoltura in Santa Maria del Popolo, dove
    aveva fabricato una capella, Lorenzo si mise a questa opera con tutto
    quello studio, diligenza e fatica che mai gli fu possibile per uscirne
5   con lode, per piacere a Raffaello, dal quale poteva molti favori et
    aiuti sperare, e per esserne largamente rimunerato dalla liberalità d'A-
    gostino, uomo ricchissimo. Né cotali fatiche furono se non benissimo
    spese, perché, aiutato dal giudizio di Raffaello, condusse a perfez-
    zione quelle figure, cioè un Iona ignudo uscito del ventre del pesce,
10   per la ressurezzione de' morti, et uno Elia che col vaso d'acqua e col
    pane subcinerizio vive di grazia sotto il ginepro. Queste statue dun-
    que furono da Lorenzo a tutto suo potere con arte e diligenza a
    somma bellezza finite: ma egli non ne conseguì già quel premio che
    il bisogno della sua famiglia e tante fatiche meritavano, perciò che,
15   avendo la morte chiusi gl'occhi ad Agostino e quasi in un medesimo
    tempo a Raffaello, le dette figure per la poca pietà degl'eredi d'Ago-
    stino se gli rimasono in bottega, dove stettono molti anni; pure oggi
    sono state messe in opera nella detta chiesa di Santa Maria del Po-
    polo alla detta sepoltura. Lorenzo dunque, caduto d'ogni speranza
20   per le dette cagioni, si trovò per allora aver gettato il tempo e la
    fatica. Dovendosi poi essequire il testamento di Raffaello, gli fu fatta
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Edizione Torrentiniana
    Gli allogò Agostin Chigi per ordine di Raffaello da Urbino la sua se-
    poltura in Santa Maria del Popolo, dove aveva fabbricata una cap-
    pella; per che Lorenzo si mise con grande amore a fatiche impossibili,
25   per riuscire con lode e per piacere a Raffaello, che lo poteva ingrandire
    et aiutar molto in questo lavoro, et ancora con speranza che Agostino,
    uomo ricchissimo straordinariamente, lo rimunerasse. Le quali figure
    furono dal giudizio di Rafaello di continuo aiutate, et egli a ultima
    fine le condusse: in una è figurato Iona ignudo uscito del ventre del
30   pesce, per la ressurezzione de' morti, nell'altra Elia che col vaso d'acqua
    e col pane subcinerizio vive di grazia sotto il ginepro. Le quali statue
    furono da Lorenzo a tutto suo potere con arte e con somma bellezza
    condotte: ma l'aspettazione del premio che desiderava per il peso della
    famiglia che aveva, tardi venne, con ciò sia cosa che si chiuser gli occhi
35   ad Agostino Chigi et al mirabile Rafaello, e le figure per la poca pietà
    de' suoi gli rimasero in bottega. Onde Lorenzo, oltramodo dolente, perdé
    in un tratto tutte le sue speranze. Avvenne che fu eseguito il testamento
    di Rafaello da Urbino: per che fece una statua di marmo di quattro
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