Volume 4

Edizione Giuntina
    una cappella insieme con Girolamo Genga suo amico e compatriota;
    e dopo fece una tavola tutta di sua mano che fu mandata a Città
    di Castello, et un'altra similmente ai Cagliesi. Lavorò anco in fresco
    a Castel Durante alcune cose che sono veramente da esser lodate, sì
5   come tutte l'altre opere di costui, le quali fanno fede che fu leggiadro
    pittore nelle figure, ne' paesi et in tutte l'altre parti della pittura.
    In Urbino fece in Duomo la cappella di San Martino ad instanza del
    vescovo Arrivabene mantovano, in compagnia del detto Genga: ma
    la tavola dell'altare et il mezzo della cappella sono interamente di
10   mano di Timoteo. Dipinse ancora in detta chiesa una Madalena in
    piedi e vestita con picciol manto, e coperta sotto di capelli insino a
    terra, i quali sono così belli e veri che pare che il vento gli muova,
    oltre la divinità del viso, che nell'atto mostra veramente l'amore
    ch'ella portava al suo Maestro. In Santa Agata è un'altra tavola di
15   mano del medesimo con assai buone figure; et in San Bernardino
    fuor della città fece quella tanto lodata opera che è a man diritta
    all'altare de' Bonaventuri, gentiluomini urbinati, nella quale è con
    bellissima grazia per l'Annunziata figurata la Vergine in piedi, con
    la faccia e con le mani giunte e gl'occhi levati al cielo; e di sopra in
20   aria, in mezzo a un gran cerchio di splendore, è un fanciullino diritto
    che tiene il piede sopra lo Spirito Santo in forma di colomba, e nella
    man sinistra una palla figurata per l'imperio del mondo, e con l'altra
    elevata dà la benedizione; e dalla destra del fanciullo è un Angelo
    che mostra alla Madonna col dito il detto fanciullo; abbasso, cioè al
25   pari della Madonna, sono dal lato destro il Battista vestito d'una pelle
    di camelo, squarciata a studio per mostrare il nudo della figura, e
    dal sinistro un San Sebastiano tutto nudo, legato con bella attitudine
    a un arbore, e fatto con tanta diligenza che non potrebbe aver più
    rilievo né essere in tutte le parti più bello. Nella corte degl'Illustrissi-
30   mi d'Urbino sono di sua mano Apollo e due Muse mezze nude, in
    uno studiolo secreto, belle a maraviglia. Lavorò per i me-
    desimi molti quadri e fece alcuni ornamenti di camere che sono bel-
    lissimi. E dopo in compagnia del Genga dipinse alcune barde da
    cavalli, che furono mandate al re di Francia, con figure di diversi
35   animali, sì belli che pareva ai riguardanti che avessino movimento e
    vita. Fece ancora alcuni archi trionfali simili agl'antichi, quando
    andò a marito l'illustrissima duchessa Leonora, moglie del signor
    duca Francesco Maria, al quale piacquero infinitamente, sì come an-
    cora a tutta la corte; onde fu molti anni della famiglia di detto signore
40   con onorevole provisione.
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