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Maini scultore, similmente da Fiesole; il quale Michele fece nella |
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Minerva di Roma il San Sebastiano di marmo che fu tanto lodato in |
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que' tempi. |
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Andrea dunque, essendo condotto a lavorare a Imola, fece ne- |
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gl'Innocenti di quella città una cappella di macigno, che fu molto |
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lodata. Dopo la qual opera se n'andò a Napoli, essendo là chiamato |
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da Antonio di Giorgio da Settignano, grandissimo ingegneri et ar- |
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chitetto del re Ferrante; appresso al quale era in tanto credito Anto- |
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nio, che non solo maneggiava tutte le fabriche del regno, ma ancora |
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tutti i più importanti negozii dello stato. Giunto Andrea in Napoli, |
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fu messo in opera e lavorò molte cose nel castello di San Martino |
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et in altri luoghi della città per quel re. Ma venendo a morte Antonio, |
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poi che fu fatto sepelire da quel re, non con esequie da architettore, |
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ma reali e con venti coppie d'Imbastiti che l'accompagnarono alla |
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sepoltura, Andrea si partì da Napoli, conoscendo che quel paese non |
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faceva per lui, e se ne tornò a Roma, dove stette per qualche tempo |
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attendendo agli studî dell'arte et a lavorare. |
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Dopo, tornato in Toscana, lavorò in Pistoia, nella chiesa di |
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San Iacopo, la cappella di marmo dove è il Battesimo, e con |
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molta diligenza condusse il vaso di detto Battesimo con tutto il |
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suo ornamento; e nella faccia della cappella fece due figure grandi |
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quanto il vivo di mezzo rilievo, cioè San Giovanni che battezza |
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Cristo, molto ben condotta e con bella maniera. Fece nel medesimo |
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tempo alcune altre opere piccole, delle quali non accade far men- |
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zione. Dirò bene che, ancora che queste cose fussero fatte da An- |
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drea più con pratica che con arte, si conosce nondimeno in loro |
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una resoluzione et un gusto di bontà molto lodevole. E nel vero, |
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se così fatti artefici avessero congiunto alla buona pratica et al giu- |
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dizio il fondamento del disegno, vincerebbono d'eccellenza coloro |