Volume 4

Edizione Giuntina
    migliori. E che ciò sia vero, l'esperienza ce lo dimostra a'
    tempi nostri nell'opere di Domenico Puligo pittore fiorentino, nelle
    quali da chi ha notizia delle cose dell'arte si conosce quello che si è
    detto di sopra chiaramente.
5   Mentre che Ridolfo di Domenico Grillandaio lavorava in Firenze
    assai cose di pittura, come si dirà, seguitando l'umore del padre,
    tenne sempre in bottega molti giovani a dipignere; il che fu cagione,
    per concorrenza l'uno dell'altro, che assai ne riuscirono bonissimi
    maestri, alcuni in fare ritratti di naturale, altri in lavorare a fresco
10   et altri a tempera, et in dipignere speditamente drappi. A costoro fa-
    cendo Ridolfo lavorare quadri, tavole e tele, in pochi anni ne mandò
    con suo molto utile una infinità in Inghilterra, nell'Alemagna et in
    Ispagna. E Baccio Gotti e Toto del Nunziata, suoi discepoli, furono
    condotti uno in Francia al re Francesco, e l'altro in Inghilterra al re,
15   che gli chiesono per aver prima veduto dell'opere loro. Due altri di-
    scepoli del medesimo restarono e si stettono molti anni con Ridolfo,
    perché, ancora che avessero molte richieste da mercanti e da altri in
    Ispagna et in Ungheria, non vollono mai né per promesse né per
    danari privarsi delle dolcezze della patria, nella quale avevano da
20   lavorare più che non potevano. Uno di questi fu Antonio del Ceraiuo-
    lo fiorentino, il quale essendo molti anni stato con Lorenzo di Credi,
    aveva da lui particolarmente imparato a ritrarre tanto bene di na-
    turale, che con facilità grandissima faceva i suoi ritratti similissimi
    al naturale, ancorché in altro non avesse molto disegno: et io ho
25   veduto alcune teste di sua mano ritratte dal vivo, che ancorché ab-
    biano verbigrazia il naso torto, un labro piccolo et un grande, et
    altre sì fatte disformità, somigliano nondimeno il naturale, per aver
    egli ben preso l'aria di colui; là dove per contrario molti eccellenti
    maestri hanno fatto pitture e ritratti di tutta perfezzione in quanto
30   all'arte, ma non somigliano né poco né assai colui per cui sono stati
    fatti. E per dire il vero, chi fa ritratti dee ingegnarsi, senza guardare
    a quello che si richiede in una perfetta figura, fare che somiglino
    colui per cui si fanno: ma quando somigliano e sono anco belli,
    allora si possono dir opere singolari, e gl'artefici loro eccellentissimi.
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Edizione Torrentiniana
35   maestri che noi tegnamo eccellenti e rari. E chi bramasse di questo una
    esperienza o testimonanza de' tempi nostri, guardi le cose di Domenico
    Puligo pittore fiorentino, et avendo notizia delle cose della arte conoscerà
    chiarissimamente quanto io ho detto.
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