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acciò da quella come da modello, imitandolo, possiamo accostarci con |
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l'animo e con l'eccellenzia dell'intelletto alle parti somme del cielo. E |
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per esperienza si vede quegli che con qualche studio accidentale si |
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volgono a seguire l'orme di questi mirabili spiriti, se punto sono |
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dalla natura aiutati, quando il medesimo non sono che essi tanto, al- |
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manco s'accostano a le divine opere loro che participano di quella |
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divinità. |
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Adunque mirabile e celeste fu Lionardo, nipote di ser Piero da Vinci, |
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che veramente bonissimo zio e parente gli fu nell'aiutarlo in giovanezza, |
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e massime nella erudizione e principii delle lettere; nelle quali egli arebbe |
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fatto profitto grande, se egli non fusse stato tanto vario et instabile, |
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perciò che egli si mise a imparare molte cose, e cominciate poi l'abban- |
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donava. Ecco nell'abbaco egli, in pochi mesi che e' v'attese, fece tanto |
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acquisto, che muovendo di continuo dubbî e difficultà al maestro che gli |
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insegnava, bene spesso lo confondeva. Dette alquanto d'opera alla musica; |
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ma tosto si risolvé a imparare a sonare la lira, come quello che da la na- |
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tura aveva spirito elevatissimo e pieno di leggiadria, onde sopra quella |
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cantò divinamente allo improviso. Nondimeno, benché egli a sì varie |
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cose attendesse, non lasciò mai il disegnare e il fare di rilievo, come cose |
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che gli andavano a fantasia più d'alcun'altra. Veduto questo ser Piero |
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e considerato la elevazione di quello ingegno, preso un giorno alcuni de' |
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suoi disegni, gli portò ad Andrea del Verrocchio, che era molto amico |
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suo, e lo pregò strettamente che gli dovesse dire se Lionardo, attendendo |