Volume 4

Edizione Giuntina
    persone onorate, recherà loro onore e lode perpetua, perché chi aiuta
    e favorisce nell'alte imprese i belli e pellegrini ingegni, da e' quali
    riceve il mondo tanta bellezza, onore, comodo e utile, merita di vi-
    vere eternamente per fama negli intelletti degl'uomini. Fra gl'altri
5   che studiarono l'arti del disegno in questo giardino, riuscirono tutti
    questi eccellentissimi: Michelagnolo di Lodovico Bonarroti, Giovan
    Francesco Rustici, Torrigiano Torrigiani, Francesco Granacci, Nic-
    colò di Domenico Soggi, Lorenzo di Credi e Giuliano Bugiardini;
    e de' forestieri: Baccio da Montelupo, Andrea Contucci dal Monte
10   Sansovino, et altri de' quali si farà memoria al luogo loro.
    Il Torrigiano adunque, del quale al presente scriviamo la Vita,
    praticando nel detto giardino con i sopradetti, era di natura tanto
    superbo e colloroso, oltre all'essere di persona robusta, d'animo fiero
    e coraggioso, che tutti gl'altri bene spesso soperchiava di fatti e di
15   parole. Era la sua principale professione la scoltura, ma nondimeno
    lavorava di terra molto pulitamente e con assai bella e buona maniera;
    ma non potendo egli sopportare che niuno con l'opere gli passasse
    inanzi, si metteva a guastar con le mani quell'opere di man d'altri
    alla bontà delle quali non poteva con l'ingegno arrivare; e se altri di
20   ciò se risentiva, egli spesso veniva ad altro che a parole. Aveva costui
    particolar odio con Michelagnolo, non per altro se non perché lo
    vedeva studiosamente attendere all'arte, e sapeva che nascosamente
    la notte et il giorno delle feste disegnava in casa, onde poi nel giar-
    dino riusciva meglio che tutti gl'altri et era perciò molto carezzato
25   dal magnifico Lorenzo. Per che mosso da crudele invidia, cercava
    sempre d'offenderlo di fatti o di parole; onde,venuti un giorno alle
    mani, diede il Torrigiano a Michelagnolo sì fattamente un pugno
    sul naso, che gl[i]elo infranse di maniera che lo portò poi sempre così
    stiacciato mentre che visse: la qual cosa avendo intesa il Magnifico,
30   ne ebbe tanto sdegno che, se il Torrigiano non si fuggiva di Firenze,
    n'arebbe ricevuto qualche grave castigo.
    Andatosene dunque a Roma, dove allora faceva lavorare Alessan-
    dro VI torre Borgia, vi fece il Torrigiano in compagnia d'altri mae-
    stri molti lavori di stucchi. Poi dandosi danari per lo duca Valentino
35   che faceva guerra ai Romagnuoli, il Torrigiano fu sviato da al-
    cuni giovani fiorentini; e così fattosi in un tratto di scultore soldato,
    si portò in quelle guerre di Romagna valorosamente. Il medesimo
    fece con Paulo Vitelli nella guerra di Pisa, e con Piero de' Medici
    si trovò nel fatto d'arme del Garigliano, dove si acquistò una insegna
40   e nome di valente alfiere. Finalmente, conoscendo che non era per
- pagina 126 -
pagina precedentepagina successiva