Volume 4

Edizione Giuntina
    nelle prove si vede che quando eglino per volere mostrare quel che
    sanno più si sforzano, ci mostrano spesso di loro cose ridicole e da
    pigliarsene giuoco. E nel vero, come gli artefici passano i termini,
    che l'occhio non sta fermo e la mano lor trema, possono, se hanno
5   avanzato alcuna cosa, dare de' consigli a chi opera, con ciò sia che
    l'arti della pittura e scultura vogliono l'animo tutto svegliato e fiero,
    sì come è nella età che bolle il sangue, e pieno di voglia ardente, e de'
    piaceri del mondo capital nimico: e chi nelle voglie del mondo non
    è continente, fugga gli studii di qualsivoglia arte o scienza, perciò
10   che non bene convengono fra loro cotali piaceri e lo studio. E da che
    tanti pesi si recano dietro queste virtù, pochi per ogni modo sono
    coloro che arrivino al supremo grado; onde più sono quelli che dalle
    mosse con caldezza si partono, che quegli che per ben meritare nel
    corso acquistino il premio.
15   Più superbia adunque che arte, ancorché molto valessi, si vide nel
    Torrigiano scultore fiorentino, il quale nella sua giovanezza fu da
    Lorenzo Vecchio de' Medici tenuto nel giardino che in sulla piazza
    di San Marco di Firenze aveva quel magnifico cittadino, in guisa d'an-
    tiche e buone sculture ripieno, che la loggia, i viali e tutte le stanze
20   erano adorne di buone figure antiche di marmo e di pitture, et altre
    così fatte cose di mano de' migliori maestri che mai fussero stati
    in Italia e fuori. Le quali tutte cose, oltre al magnifico ornamento
    che facevano a quel giardino, erano come una scuola et academia ai
    giovanetti pittori e scultori et a tutti gl'altri che attendevano al disegno,
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Edizione Torrentiniana
25   che nelle prove si vede che quando eglino per volere mostrare quel che
    sanno più si sforzano, ci mostrano spesso di loro cose ridicole e da
    pigliarsine giuoco. E nel vero, come gli artefici passano i termini, che
    l'occhio non sta fermo e la mano lor trema, possono, se hanno avanzato
    alcuna cosa, dare d'i consigli a chi opera, attesoché l'arte della pit-
30   tura e della scultura vuol l'animo cui bolla il sangue, fiero e pieno di
    voglia ardente, e de' piaceri del mondo capital nimico: e chi nelle voglie
    del mondo non è continente, fugga in tutto gli studii. E da che tanti pesi
    si recano dietro queste virtù, pochi son quegli e rari ch'arrivino al su-
    premo lor grado; di maniera che più son quegli che da le mosse con cal-
35   dezza si partono, che quegli che per ben meritar nel corso acquistano il
    premio. Come più superbia che arte, ancora che molto valesse, si vide
    nel Torrigiano scultor fiorentino, il quale nella sua giovanezza fu da
    Lorenzo de' Medici Vecchio tenuto nel giardino; e perché egli lavorava
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