Volume 3

Edizione Giuntina
    in modo la maniera di detto Pietro, che quasi l'una dall'altra non si
    conosceva. Le prime opere di Luca furono in San Lorenzo d'Arezzo,
    dove dipinse, l'anno 1472, a fresco la cappella di S. Barbara;
    et alla Compagnia di S. Caterina, in tela a olio, il segno che si porta
5   a processione; similmente quello della Trinità, ancora che non paia
    di mano di Luca ma di esso Pietro dal Borgo. Fece in S. Agostino
    in detta città la tavola di S. Nicola da Tolentino con istoriette bellis-
    sime, condotta da lui con buon disegno et invenzione; e nel medesimo
    luogo fece alla cappella del Sagramento due Angeli lavorati in fresco.
10   Nella chiesa di S. Francesco alla cappella degl'Acolti fece per messer
    Francesco, dottore di legge, una tavola, nella quale ritrasse esso mes-
    ser Francesco et alcune sue parenti. In questa opera è un S. Michele
    che pesa l'anime, il quale è mirabile, e in esso si conosce il saper di
    Luca nello splendore dell'armi, nelle reverberazioni, et insomma in
15   tutta l'opera; gli mise in mano un paio di bilanze, nelle quali gl'ignudi
    che vanno uno in su e l'altro in giù sono scórti bellissimi. E fra l'altre
    cose ingegnose che sono in questa pittura, vi è una figura ignuda,
    benissimo trasformata in un diavolo, al quale un ramarro lecca il
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Edizione Torrentiniana
    di maestro Pietro, che quasi l'una da l'altra non si sarebbe potuta
20   conoscere. Le prime opere sue in Arezzo sono in San Lorenzo una cap-
    pella di Santa Barbara dipinta da lui in fresco, et alla Compagnia di
    Santa Caterina il segno d'andare a processione in tela a olio, con una
    istoria di lei nelle ruote; e similmente quello della Trinità, ancora che e'
    non paia di mano di Luca ma di Pietro dal Borgo. Fece in Santo Ago-
25   stino in detta città la tavola di S. Niccola da Tolentino con istoriette
    bellissime, condotte da lui con bonissimo disegno et invenzione; e nel
    medesimo luogo, alla cappella del Sagramento, due Angeli lavorati in
    fresco. E per messer Francesco Accolti aretino, dottissimo legista, fece
    la tavola della cappella sua, dove ritrasse alcune sue parenti e messer
30   Francesco ancora. In questa opera è un San Michele che pesa l'anime,
    che mirabile è a pensare di vedere l'arte di Luca negli splendori dell'ar-
    me, e vedere i barlumi, le riverberazioni e i riflessi fatti delle mani e di
    tutto quello che ha indosso, dove con molta grazia e disegno mostrò
    quanto sapeva. Miseli in mano un paio di bilance, nelle quali uno
35   ignudo va in alto, et una femmina da la bilancia che va giù all'incontro:
    cosa in iscorto bellissima. E fra l'altre cose ingegnose, sotto i piedi di
    questo San Michele è uno iscorto d'una figura ignuda, bonissimo trasfor-
    mato in un diavolo, nel quale un ramarro il sangue d'una ferita gli lecca.
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