Volume 3

Edizione Giuntina
    fresco, ella sarebbe ancora bella e viva come gli uscì delle mani,
    dove è pure un poco guasta. Fece poi dentro alla chiesa, nella cap-
    pella del Sagramento, cioè intorno al tabernacolo, alcuni Angeli che
    volano, una parte de' quali suonano, altri cantano e altri incensano
5   il Sagramento, et una figura di Gesù Cristo che egli dipinse in cima
    per finimento del tabernacolo. Da basso sono altri Angeli che lo
    reggono, con veste bianche e lunghe insino a' piedi che quasi fini-
    scono in nuvole: la qual maniera fu propria di Stefano nelle figure
    degl'Angeli, i quali fece sempre molto nel volto graziosi e di bel-
10   lissima aria. In questa medesima opera è da un lato S. Agostino e
    dall'altro S. Ieronimo in figure grandi quanto è il naturale, e questi
    con le mani sostengono la Chiesa di Dio, quasi mostrando che ambi-
    duoi con la dottrina loro difendono la S. Chiesa dagli eretici e la so-
    stengono. Nella medesima chiesa dipinse a fresco in un pilastro della
15   cappella maggiore una S. Eufemia con bella e graziosa aria di viso,
    e vi scrisse a lettere d'oro il nome suo, parendogli forse, come è in
    effetto, ch'ella fusse una delle migliori pitture che avesse fatto; e
    secondo il costume suo vi dipinse un pavone bellissimo, et appresso
    due lioncini, i quali non sono molto belli perché non poté allora ve-
20   derne de' naturali come fece il pavone. Dipinse ancora in una tavola
    del medesimo luogo, sì come si costumava in que' tempi, molte fi-
    gure dal mezzo in su, cioè S. Nicola da Tolentino et altri; e la pre-
    della fece piena di storie in figure piccole della vita di quel Santo. In
    S. Fermo, chiesa della medesima città dei Frati di S. Francesco, nel
25   riscontro dell'entrare per la porta del fianco fece per ornamento d'un
    Deposto di croce XII Profeti dal mezzo in su grandi quanto il na-
    turale, et a' piedi loro Adamo et Eva a giacere, et il suo solito pavone,
    quasi contrasegno delle pitture fatte da lui.
    Il medesimo Stefano dipinse in Mantova nella chiesa di S. Dome-
30   nico, alla porta del Martello, una bellissima Nostra Donna, la testa
    della quale, per avere avuto bisogno i padri di murare in quel luogo,
    hanno con diligenza posta nel tramezzo della chiesa alla cappella di
    S. Orsola, che è della famiglia de' Recuperati, dove sono alcune pit-
    ture a fresco di mano del medesimo. E nella chiesa di S. Francesco
35   sono, quando si entra a man destra della porta principale, una fila
    di cappelle murate già dalla nobil famiglia della Ramna, in una delle
    quali è dipinto nella volta di mano di Stefano i quattro Evangelisti a
    sedere, e dietro alle spalle loro, per campo, fece alcune spalliere di
    rosai con uno intessuto di canne a mandorle, e variati alberi sopra et
40   altre verdure piene d'uccelli e particolarmente di pavoni; vi sono
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