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inventore, ma per averne anco fatto un numero infinito e di rara bel- |
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lezza, talché non parea piacessin se non quelle che della sua bottega |
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fussero uscite -: posto dunque all'arte dell'orefice, non piacendoli |
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quella, non restò di continuo di disegnare. Per che, essendo egli do- |
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tato dalla natura d'uno spirito perfetto e d'un gusto mirabile e giudi- |
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cioso nella pittura, quantunque orafo nella sua fanciullezza fosse, sem- |
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pre al disegno attendendo venne sì pronto e presto e facile, che molti |
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dicono che mentre che all'orefice dimorava, ritraendo ogni persona che |
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da bottega passava, li faceva sùbito somigliare, come ne fanno fede an- |
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cora nell'opere sue infiniti ritratti che sono di similitudini vivissime. |
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Furono le sue prime pitture in Ognisanti la cappella de' Vespucci, |
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dov'è un Cristo morto et alcuni Santi, e sopra uno arco una Miseri- |
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cordia nella quale è il ritratto di Amerigo Vespucci che fece le naviga- |
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zioni dell'Indie; e nel refettorio di detto luogo fece un Cenacolo a |
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fresco. Dipinse in S. Croce, all'entrata della chiesa a man destra, la |
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storia di S. Paulino. Onde acquistando fama grandissima e in cre- |
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dito venuto, a Francesco Sassetti lavorò in S. Trinita una cappella |
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con istorie di S. Francesco, la quale opera è mirabilmente condotta, |
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e da lui con grazia, con pulitezza e con amor lavorata. In questa con- |
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trafece egli e ritrasse il Ponte a S. Trinita col palazzo degli Spini, |