Volume 3

Edizione Giuntina
    per quello che si sa, insino a oggi. Che grandezza sarebbe stata quella
    della Santa Chiesa Romana veder il Sommo Pontefice e capo di
    quella avere, come in un famosissimo e santissimo monasterio, rac-
    colti tutti i ministri di Dio che abitano la città di Roma, et in quello,
5   quasi un nuovo paradiso terrestre, vivere vita celeste, angelica e san-
    tissima con dare essempio a tutto il Cristianesimo et accender gl'ani-
    mi degl'infideli al vero culto di Dio e di Gesù Cristo benedetto!
    Ma tanta opera rimase imperfetta, anzi quasi non cominciata per
    la morte di quel Pontefice; e quel poco che n'è fatto, si conosce
10   all'arme sua o che egli usava per arme, che erano due chiavi in-
    traversate in campo rosso.
    La quinta delle cinque cose che il medesimo aveva in animo di
    fare era la chiesa di San Piero, la quale aveva disegnata di fare tanto
    grande, tanto ricca e tanto ornata che meglio è tacere che metter
15   mano, per non poter mai dirne anco una minima parte, e massima-
    mente essendo poi andato male il modello, e statone fatti altri da
    altri architettori. E chi pure volesse in ciò sapere interamente il
    grand'animo di papa Nicola V, legga quello che Giannozzo Manetti,
    nobile e dotto cittadin fiorentino, scrisse minutissimamente nella Vita
20   di detto Pontefice; il quale, oltre gl'altri, in tutti i sopradetti disegni
    si servì, come si è detto, dell'ingegno e molta industria di Bernardo
    Rossellini. Antonio, fratel del quale, per tornare oggimai donde mi
    partii con sì bella occasione, lavorò le sue sculture circa l'anno
    1490. E perché quanto l'opere si veggiono piene di diligenza e di dif-
25   ficultà gl'uomini restano più ammirati, conoscendosi massimamente
    queste due cose ne' suoi lavori, merita egli e fama et onore come
    esempio certissimo donde i moderni scultori hanno potuto imparare
    come si deono far le statue che mediante le difficultà arrechino lode
    e fama grandissima; con ciò sia che dopo Donatello aggiunse egli all'arte
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Edizione Torrentiniana
30   memoria altrimenti. Lavorò Antonio Rossellino le sue sculture circa il
    MCCCCLX. E perché quando l'opere si veggono piene di diligenzia e
    di difficultà gli uomini restano di quelle più ammirati, conoscendosi
    queste due cose massimamente ne' suoi lavori, merita egli e fama et
    onore come augumentatore della arte e come esemplo certissimo donde
35   i moderni scultori hanno potuto imparare come si debbino fare le statue
    che mediante le difficultà arrechino lode e fama grandissima; con ciò
    sia che dopo Donatello aggiunse egli alla arte della scultura pulidezza
    e fine, cercando bucare e ritondare in maniera le sue figure che elle
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