Volume 3

Edizione Giuntina
    come quello che voleva poter con animo quieto attender
    agli studî della sua professione, sì come fanno spesso molti uomini
    si commise nello spedale di S. Paulo; et a cagione forse d'esservi
    ricevuto più volentieri e meglio trattato (potette anco essere a caso),
5   fece portare nelle sue stanze del detto spedale un gran cassone, sem-
    biante facendo che dentro vi fusse buona somma di danari; per che,
    così credendo che fusse, lo spedalingo e gl'altri ministri, i quali
    sapevano che egli aveva fatto allo spedale donazione di qualunche
    cosa si trovasse alla morte sua, gli facevano le maggior' carezze
10   del mondo. Ma venuto a morte Alesso, vi si trovò dentro sola-
    mente disegni, ritratti in carta et un libretto che insegnava a far
    le pietre del musaico, lo stucco, et il modo di lavorare. Né fu gran
    fatto, secondo che si disse, che non si trovassero danari, perché fu
    tanto cortese che niuna cosa aveva che così non fusse degl'amici
15   come sua.
    Fu suo discepolo il Graffione fiorentino, che sopra la porta degl'In-
    nocenti fece a fresco il Dio Padre con quegli Angeli che vi sono an-
    cora. Dicono che il magnifico Lorenzo de' Medici ragionando un dì
    col Graffione, che era un stravagante cervello, gli disse: «Io voglio
20   far fare di musaico e di stucchi tutti gli spigoli della cupola di dentro»;
    e che il Graffione rispose: «Voi non ci avete maestri»; a che replicò
    Lorenzo: «Noi abbiam tanti danari che ne faremo»; il Graf-
    fione subitamente soggiunse: «Eh, Lorenzo, i danari non fanno ' maestri,
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Edizione Torrentiniana
    sue facultà; et a cagione di esservi accettato più volentieri, fece portarvi
25   un gran cassone dove finse di avere tesoro, dandone la chiave allo spe-
    dalingo, ma con patto che e' non dovesse aprirsi già mai, se non dopo la
    morte di esso Alesso. La quale quando fu venuta, si aperse il cassone e vi
    si trovò dentro solamente un libretto che insegnava fare le pietre del
    musaico e lo stucco et il modo del lavorare, volendo così inferire
30   che la fama e la virtù di chi opera è un tesoro.
    Fu suo discepolo il Graffione fiorentino, che sopra la porta degli In-
    nocenti fece a fresco il Dio Padre con quegli Angeli che vi si veggono
    ancora. Dicono che il magnifico Lorenzo de' Medici ragionando un dì
    col Graffione, che era uno stran cervello, gli disse: «Io voglio far fare
35   di musaico e di stucchi tutti gli spigoli della cupola di dentro». Al che
    rispondendo il Graffione «Voi non ci avete maestri», replicò Lorenzo:
    «Noi abbiamo tanti danari che noi ne faremo»; il Graffione subitamente
    gli soggiunse: «Eh, Lorenzo, i danari non fanno i maestri, ma i maestri
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