Volume 3

Edizione Giuntina
    onore alla patria sua. Morì Lazzaro vecchio nel 1452, e Gior-
    gio suo figliuolo, essendo di 68 anni, nel 1484, e furono sepolti amen-
    due nella Pieve d'Arezzo, appiè della cappella loro di S. Giorgio,
    dove in lode di Lazzaro furono col tempo appiccati questi versi:
5   ARETII EXULTET TELLUS CLARISSIMA. NAMQUE EST
    REBUS IN ANGUSTIS IN TENUIQUE LABOR.
    VIX OPERUM ISTIUS PARTES COGNOSCERE POSSIS:
    MYRMECIDES TACEAT CALLICRATES SILEAT.
    Finalmente Giorgio Vasari ultimo, scrittore della presente storia,
10   come grato de' benefizii che riconosce in gran parte dalla virtù de'
    suoi maggiori, avendo, come si disse nella Vita di Piero Laurati, dai
    suoi cittadini e dagl'Operai e canonici ricevuto in dono la cappella
    maggiore di detta Pieve, e quella ridotta nel termine che si è detto,
    ha fatto nel mezzo del coro, che è dietro all'altare, una nuova se-
15   poltura; et in quella, trattole donde prima erano, fatto riporre l'ossa
    di detti Lazzaro e Giorgio vecchi, e quelle parimente di tutti gl'altri
    che sono stati di detta famiglia, così femine come maschi, e così
    fatto nuovo sepolcro a tutti i discendenti della casa de' Vasari; il
    corpo similmente della madre, che morì in Firenze l'anno 1557,
20   stato in deposito alcuni anni in S. Croce, ha fatto porre nella
    detta sepoltura, sì come ella disiderava, con Antonio suo marito e
    padre di lui, che morì insin l'anno 1527 di pestilenza. E nella predella
    che è sotto la tavola di detto altare, sono ritatti di naturale dal detto
    Giorgio, Lazzaro e Giorgio vecchio suo avolo, Antonio suo padre e
25   Maria Madalena de' Tacci sua madre. E questo sia il fine della Vita
    di Lazzaro Vasari pittore aretino, etc..
    Fine della Vita di Lazzaro Vasari pittore aretino.
- pagina 298 -

Edizione Torrentiniana
    cresciuto grado et onore alla patria sua. Morì Lazzaro vecchio
    nel MCCCCLII e Giorgio l'anno LXVIII della sua età se ne passò
30   ad un'altra vita nel MCCCCLV, e furono sepolti amendue nella Pieve
    di Arezzo, appiè della cappella loro di San Giorgio; dove in laude di
    Lazzero furono da chi lo amava appiccati col tempo questi versi:
    ARETII EXULTET TELLUS CLARISSIMA. NAMQUE EST
    REBUS IN ANGUSTIS IN TENUIQUE LABOR.
35   VIX OPERUM ISTIUS PARTES COGNOSCERE POSSIS:
    MYRMECIDES TACEAT CALLICRATES SILEAT.
- pagina 298 -
pagina precedentepagina successiva