Volume 3

Edizione Giuntina
    poi che son fatte e secche, leggeri, e, coperte di bianco, simili
    al marmo e molto vaghe all'occhio, sì come fu la detta opera di Iacopo.
    Al che si aggiugne che le statue fatte a questo modo e con le dette
    mescolanze non si fendono, come farebbono se fussero di terra
5   schietta solamente. Et in questa maniera si fanno oggi i modelli delle
    sculture con grandissimo comodo degl'artefici che, mediante quelle,
    hanno sempre l'essempio inanzi e le giuste misure delle sculture che
    fanno: di che si deve avere non piccolo obligo a Iacopo che, secondo
    si dice, ne fu inventore. Fece Iacopo dopo questa opera in Siena due
10   tavole di legno di tiglio, intagliando in quelle le figure, le barbe et i
    capegli con tanta pacienza, che fu a vederle una maraviglia. E dopo
    queste tavole, che furono messe in Duomo, fece di marmo alcuni
    Profeti non molto grandi che sono nella facciata del detto Duomo;
    nell'Opera del quale averebbe continuato di lavorare, se la peste, la
15   fame e le discordie cittadine de' Sanesi, dopo aver più volte tumul-
    tuato, non avessero malcondotta quella città e cacciatone Orlando
    Malevolti, col favore del quale era Iacopo con riputazione adoperato
    nella patria.
    Partito dunque da Siena, si condusse per mezzo d'alcuni amici
20   a Lucca, e quivi a Paulo Guinigi che n'era signore fece per la moglie,
    che poco inanzi era morta, nella chiesa di S. Martino una sepoltura,
    nel basamento della quale condusse alcuni putti di marmo che reg-
    gono un festone tanto pulitamente che parevano di carne, e nella
    cassa posta sopra il detto basamento fece con infinita diligenza
25   l'immagine della moglie d'esso Paulo Guinigii che dentro vi fu se-
    polta, e a' piedi d'essa fece nel medesimo sasso un cane di tondo
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Edizione Torrentiniana
    virtù, quando accompagnano con la modestia de' costumi onorati il grado
    nel quale si trovano, sono testimoni i quali al mondo mostrano d'essere
    assunti al colmo di quella dignità che si riceve dal merito e non da la
30   sorte, come veramente e degnissimamente mostrò Iacopo; il quale alla
    scultura attendendo, di quella perfettissimo divenne e con eccellenzia
    dimostrò del continovo l'opere sue, le quali in Siena furono prima due
    tavole in legname di figure tonde, con grazia di disegno e d'intaglio affa-
    ticate da lui. In Lucca fece per la moglie a Paolo Guinigi, signor di quella
35   città, nella chiesa di San Martino una sepoltura (la quale alla cappella
    della Comunità è restata et in quel luogo), alcuni fanciulli in un fre-
    gio con festoni di marmo e la cassa e la figura morta, all'entrata
    della sagrestia; la quale con diligenza lavorando, a' piedi di essa fece
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