Volume 3

Edizione Giuntina
    quale pose nome Filippo per il padre suo già morto: della quale na-
    scita fece quella allegrezza che maggior poteva. Laonde con ogni
    accuratezza gl'insegnò nella sua puerizia i primi principii delle lettere,
    nelle quali si mostrava tanto ingegnoso e di spirito elevato, che teneva
5   spesso sospeso il cervello, quasi che in quelle non curasse venir molto
    perfetto: anzi pareva che egli andasse col pensiero a cose di mag-
    gior utilità; per il che ser Brunelesco, che desiderava che egli facesse
    il mestier suo del notario o quel del tritavolo, ne prese dispiacere
    grandissimo. Pure, veggendolo continuamente esser dietro a cose
10   ingegnose d'arte e di mano, gli fece imparare l'abbaco e scrivere, e
    dipoi lo pose all'arte dell'orefice, acciò imparasse a disegnare con
    uno amico suo. E fu questo con molta satisfazione di Filippo, il
    quale cominciato a imparare e mettere in opera le cose di
    quella arte, non passò molti anni che egli legava le pietre fini meglio
15   che artefice vecchio di quel mestiero. Esercitò il niello et il lavorare
    grosserie, come alcune figure d'argento, che son due mezzi Profeti
    posti nella testa dell'altare di S. Iacopo di Pistoia, tenute bellissime,
    fatte da lui all'Opera di quella città; et opere di bassi rilievi, dove
    mostrò intendersi tanto di quel mestiero, che era forza che 'l suo
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Edizione Torrentiniana
20   MCCCLXXVII un figliuolo, al quale pose nome Filippo per il padre
    suo già morto: della qual nascita fece quella allegrezza che maggior
    poteva. Laonde con ogni accuratezza gl'insegnò nella sua puerizia i primi
    principii delle lettere, nelle quali si mostrava tanto ingegnoso e di spirito
    elevato, che teneva spesso sospeso il cervello, quasi che in quelle
25   non curasse venir molto perfetto: anzi pareva che egli andasse col pen-
    siero a cose di maggior utilità; per il che ser Brunellesco, che desiderava
    che egli facesse il mestier suo del notaio o quel del tritavolo, ne prese
    dispiacere grandissimo. Pure, veggendolo continovamente esser dietro
    a cose ingegnose d'arte di mano, gli fece imparare l'abbaco e scrivere, e
30   dipoi lo pose all'arte dell'orefice, acciò imparasse a disegnare con uno
    amico suo. E fu questo con molta satisfazione di Filippo, il quale comin-
    ciato a imparare e mettere in opera le cose di quella arte, non passò
    molti anni che egli legava le pietre fini meglio che artefice vecchio di quel
    mestiero. Esercitò il niello et il lavorare grosserie, come alcune figure
35   d'argento che erano nello altare di Santo Iacopo di Pistoia, tenute bel-
    lissime, fatte da lui all'Opera di quella città; et opere di bassi rilievi, dove
    mostrò intendersi tanto di quel mestiero, che era forza che 'l suo ingegno
    passasse i termini di quella arte. Laonde, avendo preso pratica con certe
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