Volume 3

Edizione Giuntina
    Parri i colori sodi nel far le mestiche e le tinte, mettendogli con molta
    discrezione dove gli parea che meglio stessono, cioè i chiari nel più
    alto luogo, i mezzani nelle bande, e nella fine de' contorni gli scuri.
    Col qual modo di fare mostrò nell'opere più facilità e diede più lunga
5   vita alle pitture in fresco, perché messi i colori ai luoghi loro, con un
    pennello grossetto e molliccio li univa insieme; e faceva l'opere con
    tanta pulitezza che non si può disiderar meglio, et i coloriti suoi non
    hanno paragone.
    Essendo dunque stato Parri fuor della patria molti anni, poi che
10   fu morto il padre fu dai suoi richiamato in Arezzo, là dove, oltre
    molte cose le quali troppo sarebbe lungo raccontare, ne fece alcune
    degne di non essere in niuna guisa taciute. Nel Duomo Vecchio fece
    in fresco tre Nostre Donne variate; e dentro alla principal porta di
    quella chiesa, entrando a man manca, dipinse in fresco una storia del
15   beato Tommasuolo, romito dal Sacco et uomo in quel tempo di santa
    vita. E perché costui usava di portare in mano uno specchio dentro
    al quale vedeva, secondo che egli affermava, la passione di Gesù
    Cristo, Parri lo ritrasse in quella storia inginocchioni e con quello
    specchio nella destra mano, la quale egli teneva levata al cielo. E di
20   sopra facendo in un trono di nuvole Gesù Cristo et intorno a lui tutti
    i misterii della Passione, fece con bellissima arte che tutti riverbera-
    vano in quello specchio sì fattamente, che non solo il beato Tomma-
    solo, ma gli vedeva ciascuno che quella pittura mirava. La quale in-
    venzione certo fu capricciosa, difficile e tanto bella che ha insegnato a
25   chi è venuto poi a contrafare molte cose per via di specchî.
    Né tacerò, poi che sono in questo proposito venuto, quello che operò
    questo santo uomo una volta in Arezzo: et è questo. Non restando egli
    di affaticarsi continuamente per ridurre gl'Aretini in concordia, ora
    predicando e talora predicendo molte disavventure, conobbe final-
30   mente che perdeva il tempo; onde entrato un giorno nel palazzo dove
    i Sessanta si ragunavano, il detto Beato, che ogni dì gli vedeva far
    consiglio e non mai deliberar cosa che fusse se non in danno della
    città, quando vide la sala esser piena, s'empié un gran lembo della
    vesta di carboni accesi, e con essi entrato dove erano i Sessanta e tutti
35   gl'altri magistrati della città, gli gettò loro fra i piedi arditamente,
    dicendo: «Signori, il fuoco è fra voi, abbiate cura alla rovina vostra»;
    e ciò detto si partì. Tanto potette la simplicità e, come volle Dio,
    il buon ricordo di quel sant'uomo, che quello che non avevano mai
    potuto le predicazioni e le minacce adoperò compiutamente la detta
40   azzione, con ciò fusse che, uniti indi a non molto insieme, governarono
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