Volume 2

Edizione Giuntina
    Fu veramente felicità grandissima quella d'Andrea nascer in tem-
    po, che, goffamente operandosi, si stimasse assai quello che pochis-
    simo o più tosto nulla stimare si doveva. La qual cosa medesima av-
    venne a fra' Iacopo da Turrita dell'Ordine di S. Francesco, perché
5   avendo fatto l'opere di musaico che sono nella scarsella dopo l'al-
    tare di detto S. Giovanni, nonostante che fussero poco lodevoli, ne
    fu con premii straordinarii remunerato e poi come ecc[ellente] mae-
    stro condotto a Roma, dove lavorò alcune cose nella capella dell'altar
    maggiore di S. Giovanni Laterano e in quella di S. Maria Maggiore.
10   Poi, condotto a Pisa, fece nella tribuna principale del Duomo, colla
    medesima maniera che aveva fatto l'altre cose sue, aiutato nondime-
    no da Andrea Tafi e da Gaddo Gaddi, gl'Evangelisti et altre cose
    che vi sono, le quali poi furono finite da Vicino, avendole egli la-
    sciate poco meno che imperfette del tutto.
15   Furono dunque in pregio per qualche tempo l'opere di costoro,
    ma poi che l'opere di Giotto furono, come si dirà al luogo suo, poste
    in paragone di quelle d'Andrea, di Cimabue e degl'altri, conobbero i
    popoli in parte la perfezione dell'arte, vedendo la differenza che era
    dalla maniera prima di Cimabue a quella di Giotto nelle figure
20   degl'uni e degl'altri et in quelle che fecero i discepoli et immitato-
    ri loro. Dal quale principio, cercando di mano in mano gl'altri di
    seguire l'orme de' maestri migliori e sopravanzando l'un l'altro fe-
    licemente più l'un giorno che l'altro, da tanta bassezza sono state
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Edizione Torrentiniana
    Felicità certamente grandissima fu quella d'Andrea nascere in tempo,
25   che, goffamente operando, si stimasse quello che niente si doveva stimare.
    E nel vero tutte l'età sempre ebbero per costume in tutte l'arti, e parti-
    cularmente nella pittura, avere in maggior pregio e grado i pochi
    e rari, quantunque goffi fossero, che i molti saputi e veramente eccellenti,
    e quegli con estraordinarî premî remunerare, come apertamente si vede
30   nella opera di quel fra' Iacopo di San Francesco che molte decine d'an-
    ni prima lavorò di musaico la scarsella dopo lo altare nella detta chiesa
    di San Giovanni. Ma poi che l'opere di Giotto furono poste in paragone
    di quelle d'Andrea e di Cimabue, conobbero i popoli la perfezzio-
    ne dell'arte, vedendo la differenza ch'era da la maniera prima di Cima-
35   bue a quella di Giotto nelle figure loro e dagli imitatori dell'uno e
    dell'altro egregiamente fatte. Laonde seguendo gli altri di mano in mano
    l'orme de' lor maestri, alla bontà, dove oggi siamo, pervenuti sono e da
    tanta bassezza al colmo delle maraviglie, ch'oggi veggiamo, la pittura
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