Volume 2

Edizione Giuntina
    Don Lorenzo dunque, pittore fiorentino, essendo monaco della Rel-
    ligione di Camaldoli e nel monasterio degl'Angeli (il qual monaste-
    rio ebbe il suo principio l'anno 1294 da fra' Guittone d'Arezzo del-
    l'Ordine e Milizia della Vergine Madre di Gesù Cristo, overo, come
5   volgarmente erano i religiosi di quell'Ordine chiamati, de' Frati Gau-
    denti), attese ne' suoi primi anni con tanto studio al disegno et alla
    pittura che egli fu poi meritamente in quello esercizio fra i migliori
    dell'età sua annoverato. Le prime opere di questo monaco pittore, il
    quale tenne la maniera di Taddeo Gaddi e degl'altri suoi, furono nel
10   suo monasterio degli Agnoli, dove, oltre molte altre cose, dipinse la
    tavola dell'altar maggiore che ancor oggi nella loro chiesa si vede, la
    quale fu posta su finita del tutto, come per lettere scritte da basso nel
    fornimento si può vedere, l'anno 1413. Dipinse similmente don Lo-
    renzo in una tavola che era nel monasterio di San Benedetto del me-
15   desimo Ordine di Camaldoli fuor della Porta a Pinti - il quale fu
    rovinato per l'assedio di Firenze l'anno 1529 - una coronazione di
    Nostra Donna, sì come aveva anco fatto nella tavola della sua chiesa
    degl'Angeli; la quale tavola di San Benedetto è oggi nel primo chio-
    stro del detto monasterio degl'Angeli nella capella degl'Alberti a man
20   ritta. In quel medesimo tempo, e forse prima, in S. Trinita di Firenze
    dipinse a fresco la capella e la tavola degl'Ardinghelli, che in quel
    tempo fu molto lodata, dove fece di naturale il ritratto di Dante e del
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Edizione Torrentiniana
    Questo avvenne in fra' Lorenzo degli Agnoli fiorentino, il quale nella
    Religion sua camaldolese fece molte opere, e molto fu da essi stimato in
25   vita et oggi dopo morte tengono i frati negli Agnoli le mani di esso come
    reliquie per memoria di lui. Tenne fra' Lorenzo la maniera di Taddeo e
    degli altri maestri, e fu diligentissima persona, come appare ancora oggidì
    nella infinita quantità di libri da esso miniati nel monastero di detti
    Agnoli et all'eremo di Camaldoli, oltra le molte tavole ancora che
30   egli fece in quel luogo colorite a tempera. Nelli Agnoli di Fiorenza fece
    la tavola dello altar maggiore finita nel MCCCCXIII; et indusse i
    frati suoi ad esercitarsi nella pittura, de' quali lasciò alcuni suoi di-
    scepoli che di molte pitture accomodarono il monistero loro e di libri
    miniati e scritti, così come vi fu di quegli che ricamavano paramenti e
35   storie di figure divinissimamente, come ne fanno fede oggi in quel luogo
    le opere ch'e' vi feciono. Egli in Santa Trinita di Fiorenza dipinse
    a fresco la cappella e la tavola degli Ardinghelli - la quale al suo tem-
    po era molto lodata -, nella quale ritrasse di naturale i nostri Dante
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