Volume 2

Edizione Giuntina
    cose d'architettura, per ordine dei sessanta sopradetti cittadini ri-
    condusse sotto le mura d'Arezzo l'acqua che viene dalle radici del
    poggio di Pori, vicino alla città braccia 300; la quale acqua al tempo
    de' Romani era stata prima condotta al teatro - di che ancora vi sono
5   le vestigie - e da quello, che era in sul monte dove oggi è la fortezza,
    a l'amfiteatro della medesima città nel piano: i quali edifizii e condotti
    furono rovinati e guasti del tutto dai Gotti. Avendo dunque, come
    s'è detto, fatta venire Iacopo quest'acqua sotto le mura, fece la fonte
    che allora fu chiamata fonte Guizianelli e che ora è detta, essendo il
10   vocabolo corrotto, fonte Viniziana; la quale da quel tempo, che fu
    l'anno 1354, durò insino all'anno 1527 e non più, perciò che la peste di
    quell'anno, la guerra che fu poi, l'averla molti a' suoi commodi tirata
    per uso d'orti e molto più il non averla Iacopo condotta dentro, sono
    state cagione ch'ella non è oggi, come doverebbe essere, in piedi.
15   Mentre che l'acqua si andava conducendo, non lasciando Iacopo il
    dipignere, fece nel palazzo che era nella cittadella vecchia, rovinato
    a' dì nostri, molte storie de' fatti del vescovo Guido e di Piero Sac-
    coni, i quali uomini in pace et in guerra avevano grandi et
    onorate cose fatto per quella città. Similmente lavorò nella Pieve,
20   sotto l'organo, la storia di S. Matteo, e molte altre opere assai. E così
    facendo per tutta la città opere di sua mano, mostrò a Spinello Areti-
    no i principii di quell'arte, che a lui fu insegnata da Agnolo e che
    Spinello insegnò poi a Bernardo Daddi, che nella città sua lavorando
    l'onorò di molte bell'opere di pittura, le quali, aggiunte all'altre sue
25   ottime qualità, furono cagione che egli fu molto onorato da' suoi
    cittadini, che molto l'adoperarono nei magistrati et altri negozii pu-
    blici. Furono le pitture di Bernardo molte et in molta stima, e prima
    in S. Croce la capella di S. Lorenzo e di S. Stefano de' Pulci e Berar-
    di, e molte altre pitture in diversi luoghi di detta chiesa. Finalmente,
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Edizione Torrentiniana
30   Pieve stessa sotto l'organo la storia di S. Matteo, et in Santo Agostino
    due altre cappelle ancora et in San Domenico.
    E così faccendo per tutta la città opere di sua mano, mostrò a Spi-
    nello Aretino i principii di tal arte, insegnata interamente da lui a
    Bernardo Daddi fiorentino, il quale nella città sua molte cose lavorando,
35   quella onorò e da' cittadini suoi, che di bonissimo governo lo stimorono,
    fu ne' magistrati adoperato assai. Furono le pitture di Bernardo molte et
    in molta stima, e prima in Santa Croce la cappella di San Lorenzo e di
    Santo Stefano de' Pulci e Berardi, e molte altre pitture in diversi luoghi
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