Volume 1

Edizione Giuntina
    perciò che il Vostro è tale che, e per le cose che entro vi si trattono e
    per la leggiadria con la quale Voi l'avete scritto e per le virtù dell'ani-
    mo Vostro le quali chiare vi si scorgono, è forza che egli sia sempre
    pregiato e Vi mostri a tutto il mondo intendente, gentile e cortese:
5   virtù molto rade e che poche volte in un medesimo animo si accolgono
    e massimamente d'artefice, dove l'invidia più che altrove suole mette-
    re a fondo le sue radici - della quale infermità il Vostro libro Vi mostra
    interamente sano. Nel quale Voi, non so se intendentemente più ove-
    ro più cortesemente, avete onorate queste arti infra le manuali no-
10   bilissime e piacevolissime et insieme li maestri di quelle, tornando
    alla memoria degli uomini, con molta fatica e lungo studio e spesa di
    tempo, da quanto tempo in qua dopo il disfacimento di Europa e
    delle nobili arti e scienze elle cominciassero a rinascere, a crescere, a
    fiorire e finalmente siano venute al colmo della loro perfezzione, dove
15   veracemente io credo che le siano arrivate: tale che (come delle altre
    eccellenze suole avvenire e come altra fiata di queste medesime av-
    venne) è più da temerne la scesa che da sperarne più alta la salita.
    Vi è bastato questa rada cortesia di mantenere in vita coloro i
    quali già molti anni erano morti e di cui l'opere erano già più che
20   smarrite - et in brieve per non si ritrovare né riconoscersi per li
    maestri che le aveano fatte e con quelle cerco di procacciarsi nome -,
    ma con nuova e non usata cortesia diligentemente avete ricerco de'
    ritratti delle loro imagini, e quelle con la bella arte Vostra in fronte
    alle Vite et alle opere loro avete aggiunte, acciò che coloro che dopo
25   noi verranno sappino non solo i costumi, le patrie, l'opere, le maniere
    e l'ingegno de' nobili artefici, ma quasi se li veggino innanzi agli oc-
    chi; cosa la quale avanza di gran lunga ogni cortesia la quale si sia
    usata inverso dei morti, cioè di coloro da cui non si può più sperare
    cosa alcuna. Il che è tanto degno di maggior lode, che non è quella che
30   al presente Vi posso dare io, quanto ella è più rada et usata solamente
    (quanto io posso ritrarre dalle antiche memorie) da duoi nobilissimi
    e dottissimi cittadini romani, M. Varrone e Pomponio Attico; de'
    quali Varrone, in un libro che egli scrisse degli uomini chiari, oltre
    ai fatti loro pregiati e costumi laudevoli aggiunse ancora le imagini di
35   forse 700 di loro, e Pomponio Attico similmente, come si trova scritto,
    di cotali ritratti di persone onorate ne messe insieme un volume - co-
    tanto quelli animi gentili ebbero in pregio la memoria degli uomini
    grandi et illustri, e tanto s'ingegnarono con ogni lor potere e con ogni
    maniera di onore far pregiati, chiari et eterni i nomi e le imagini di
40   coloro i quali per loro virtù avevano meritato di viver sempre.
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